Eataly Genova, ok è aperto

da | Apr 26, 2011

Qualcuno avrà visto le nostre immagini su Dissapore, ieri. Altri avranno letto oggi sul Secolo XIX o Repubblica l’articolo sull’inaugurazione. C’erano Burlando, la Vincenzi, Don Gallo e Lella Costa, Baricco, Riccardo Illy e Soldini. Eataly è partito shakerando istituzioni e intellighenzia, Oscar Farinetti è salpato diretto a Nuova York con le sue 7 mosse, e tutti sono felici e contenti. Al via c’è stata folla, quasi ressa.

Noi che lo abbiamo visto in anteprima sabato, in tutta tranquillità, potendo contare su un cicerone d’eccezione (Francesco Farinetti, uno dei tre figli di Oscar) ci sbilanciamo: sarà un successo. Eataly funziona ovunque e funzionerà anche a Genova. Perché? Intanto per la possibilità di scelta garantita dai ristoranti, ben cinque. E se il Marin, il ristorante gourmet di Eataly, guidato dal giovanissimo (24 anni) Enrico Panero, sarà di pesce (della Cooperativa di Camogli), di specialità liguri e di target medio alto (28 euro la proposta a mezzodì, 48 il menu degustazione serale), gli altri quattro locali monotematici (verdure salumi e formaggi, pasta, pizza, carne e pesce alla piastra) sapranno soddisfare gola e portafogli di (quasi) tutti i clienti. E poi c’è il forno per la focaccia, la focaccia col formaggio e la farinata. E la gelateria Lait, al piano terra, con la macchina tanto United States of America del soft icecream (ma il sistema è innovativo, ingloba solo il 30% di aria nel gelato con ottimi risultati) e il latte prodotto da vacche di razza bianca piemontese allevate tra i 750 e i 1500 metri di altezza.

La collocazione, inoltre, proprio di fronte al Bigo, è azzeccata. Bastava guardare sabato, dal terzo piano di Palazzo Millo, la coda di gente in attesa di entrare all’Acquario, e poi voltarsi attorno in cerca di un approdo sicuro per mettere in moto le fauci, per capire che la domanda c’è, l’offerta un po’ meno. Eataly colmerà questa mancanza.

Qualche dubbio rimane sulla parte dedicata alla vendita (sono 7000 le referenze, il 40% liguri, mentre l’enoteca annovera 100 cantine), perché il parcheggio non è comodissimo e attorno non ci sono supermercati tradizionali (Eataly a Torino funziona anche per la presenza di store contigui: in un sol colpo uno fa la spesa generalista e poi la guarnisce con il tocco gourmet).

Altro da segnalare? Ricordiamo che è stato disegnato con lo staff di Renzo Piano, sarà aperto tutti i giorni, è grande 2000 metri quadrati e impiega 70 dipendenti. E che dopo l’estate partirà la didattica, con corsi rivolti ad una gamma molto ampia (diciamo 0-99, come i giochi della Mattel), che mireranno ad accrescere la cultura alimentare e a conservare la memoria enogastronomica della Liguria.

Tutto bene, tutto ok? A prima vista sì. L’unico timore, strisciante (mica tanto) è per alcune storiche attività commerciali della zona, nell’immediatezza dei vicoli affacciati sul porto. Se ne dovesse fallire qualcuna, stritolata dalla concorrenza, non sarebbe una bella cosa. Noi, per non sbagliare, continueremo a farci la spesa, come fatto finora.

Autore

Alessandro Ricci

Sotto i 40 (anni), sopra i 90 (kg), 3 figlie da scarrozzare. Si occupa di enogastronomia su carta e web. Genoano all’anagrafe, nel sangue scorrono 7/10 di Liguria, 2/10 di Piemonte e 1/10 di Toscana. Ha nella barbera il suo vino prediletto e come ultima bevuta della vita un Hemingway da Bolla.

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